RINASCERE NELLA TEMPESTA
Il digitale e un’organizzazione reinventata
per vincere la sfida della ripresa post-COVID-19
Il mondo sta affrontando una sfida di dimensioni e complessità epocali, mai conosciute prima d’ora. Il business, le nostre vite e il nostro livello di certezza del futuro sono stati squassati. Parlando del business, COVID-19 ha sconvolto l’intero ecosistema di ogni azienda: clienti, fornitori, partner … e tutte le persone coinvolte.
Ma a fronte di tutto questo dobbiamo anche constatare come l’esperienza del lockdown sia stata il più grande esperimento sociologico della nostra storia. Così se il “futuro del lavoro” era stato fino ad ora un tema molto frequentato da accademici e visionari – su Amazon.com sono attualmente in vendita oltre 19mila volumi collegati – oggi sono in realtà gli uffici delle direzioni aziendali ad occuparsene più concretamente. Perché è qui che hanno via via preso forma domande e decisioni anche molto pratiche, del tipo:
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Come lavoreranno i nostri dipendenti in futuro?
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Con che frequenza saranno in ufficio?
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Quanto sarebbe opportuno che abitassero vicino alla sede di lavoro?
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In che misura lo smart working potrà danneggiare l’innovazione?
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Come potremo continuare a tenere viva la corporate culture?
Brian Elliot, VP e General Manager di Slack, riferisce nel suo blog https://slack.com/intl/en-it/blog/news/slack-launches-the-future-forum di un consorzio di ricerca creato proprio con l’obiettivo di capire come reimmaginare, appunto, il futuro del lavoro. Peraltro Il sito comincia anche ad anticipare i primi risultati: sorprendenti. Impressionante ad esempio leggervi che “Solo il 12% dei lavoratori della conoscenza afferma di voler tornare a lavorare a tempo pieno. Il 72% cerca invece una combinazione tra in ufficio e da remoto.”
Tutto questo solo per constatare che, nell’occhio del ciclone, è andata prendendo forma e sostanza l’anti-materia, il vaccino contro l’organizzazione precedente e ha preso vita l’incubatore delle idee e delle azioni necessarie per resistergli e infine sopravanzarlo.
In questo mare avverso, le aziende vogliono e possono mettere a punto nuovi modelli e competenze per emergere poi ancora più forti. Adottando nuovi metodi di lavoro, di previsione della domanda e della performance, di servizio e aiuto ai clienti e ai loro bisogni volatili potranno rinascere diversi e migliori. Se la strada è stata fin qui molto difficile – e ora ci presenta ancora una nuova ondata velenosa di pericoli e costrizioni – COVID-19 ci ha però insegnato qualcosa: non possiamo restare fermi mentre il cambiamento coinvolge tutto intorno a noi. Per questo dobbiamo anche riconoscerlo, per le opportunità che saremo capaci di cogliere per stare al passo con esso e soprattutto per essere pronti a cogliere al balzo tutte le occasioni che si presenteranno nella ripresa.
Secondo le analisi più attendibili e sulle quali vogliamo scommettere, già nel 2021 l’Italia dovrebbe ritornare a un valore di PIL pari a 1.600 miliardi, vicino a quello pre-COVID. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale la sconfitta del COVID-19 darà vita ad un vero e proprio boom economico che nel caso dell’Italia potrà arrivare a generare una crescita media del PIL pari al 6,3%. È evidente che anche in questo caso si tratterà di un cambiamento spiazzante, per quanto positivo, del quale solo le aziende preparate potranno cogliere i benefici.
In particolare le aziende “smart” dovranno essere capaci di mettere in campo, ed eccellere, in due dotazioni strategiche, due meta-competenze:
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Conoscere e sfruttare la potenza del digitale come il layer tecnologico, agile e insostituibile per ripensare e realizzare tutti i processi di business.
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Oltre la tecnologia, ripensare l’intera architettura organizzativa dell’azienda, i suoi fattori di successo, le nuove competenze strategiche da sviluppare assiduamente nel futuro a più lungo termine.
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